Se non avete ancora avuto il piacere di vedere Patrick Melrose, fatelo subito. La miniserie televisiva è andata in onda su Sky Atlantic nel 2018, ma non passa mai di moda.
Ideata dallo scrittore David Nicholls, è interpretata magistralmente da Benedict Cumberbatch. Prodotta da Rachael Horovitz Productions, SunnyMarch, Two Cities Television Ltd, la serie dura 5 episodi e non ha avuto un seguito. Narra il tortuoso e tormentato percorso di redenzione di un giovane aristocratico in lotta con il suo passato.
Patrick Melrose è, in realtà, l’adattamento televisivo dei cinque romanzi di Edward St Aubyn, incentrati sull’omonimo personaggio e che in Italia sono stati pubblicati da Neri Pozza con i titoli I Melrose e Lieto fine.
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La trama
Benedict Cumberbatch interpreta un giovane aristocratico inglese che negli anni ’80 si trova a combattere contro orrendi demoni del suo passato, che lo hanno portato a stringere un rapporto davvero particolare con alcol e droghe.
La morte del padre (Hugo Weaving, Il Signore degli Anelli) e il conseguente funerale riaprono vecchie cicatrici, che riportano a galla fantasmi dell’infanzia, del sadismo del padre, scene delle vacanze estive passate in Francia che hanno plasmato e turbato profondamente Patrick, segnandolo in maniera indelebile.
Affascinante, brillante, mentalmente disturbato, tossicodipendente e schizoide, il giovane uomo deve sciogliere quel nodo intenso e soffocante che sente alla gola, e che si manifesta nei rapporti con la madre (sempre indifferente agli abusi, anch’essa alcolista e gravemente malata), con la moglie e con i figli.
Patrick Melrose. La recensione
Vedere Patrick Melrose non è, ve lo dico subito, un’esperienza facile. Si ha l’impressione di assistere ad una sorta di labirinto di autodistruzione, un viaggio fatto di tentazioni, di difetti continui, di lacerazioni profonde che faticano a richiudersi.
La miniserie ci fa ripercorrere la vita del protagonista attraverso tre livelli temporali: l’infanzia traumatica, la giovinezza esplosiva e l’età adulta, con la voglia di una vita normale. I cinque capitoli di cui si compone la serie ci permettono di avere un ritratto completo di Patrick, di seguirne le evoluzioni e le dinamiche, le lievi sfumature che lo stanno portando alla distruzione e che lo avvicinano, nel finale, alla redenzione.
Tutto si muove tra commedia e dramma, tra momenti in cui è difficile trattenere le risate ed altri spiazzanti, disturbanti. David Nicholls sceglie di seguire il filone narrativo dei romanzi, ma anche di concentrarsi in particolare sulla figura del protagonista. Scelta azzeccata. Così come azzeccata è stata la scelta di invertire i due capitoli iniziali, facendoci conoscere Patrick Melrose nel suo periodo distruttivo, creando subito un legame stretto tra personaggio e spettatore.
Qui si passa dalla follia alla frustrazione nel giro di pochi secondi, si fa a pungi con la voce della coscienza, con la proiezione di se stessi. Mai come in questo caso il rapporto tra droga e famiglia sembra al centro della scena; un legame che Patrick cercherà di spezzare dalla prima all’ultima scena, così come cercherà di allontanarsi da quell’aristocrazia bigotta e ingenua che lo circonda.
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Benedict Cumberbatch e un’interpretazione da Oscar
Patrick Melrose non sarebbe tale se non fosse Benedict Cumberbatch ad interpretarlo. Grazie a lui vediamo da vicino ogni sfumatura del personaggio, dalla frustrazione al senso di colpa, dal calore delle campagne fino alla freddezza delle periferie malfamate. Un mix di pazzia, tristezza ed euforia che l’attore riesce a far suo totalmente, e a buttarlo in faccia allo spettatore che, credetemi, ne rimane estasiato.
Benedict Cumberbatch diventa un tutt’uno con il personaggio, pieno di difetti sì ma anche fragile, indebolito, affaticato. Se all’inizio faticherete ad entrare in empatia con questo antieroe, pian piano vi avvicinerete a lui, fino a scoprire uno dei volti più affascinanti che il cinema e le serie tv abbiano prodotto negli ultimi anni.
Benedict Cumberbatch passa da un ruolo che lo impegna soprattutto dal punto di vista fisico ad una maschera che fa delle emozioni il suo centro vitale, lasciando trasparire gli errori del passato la paura, la desolazione. D’altra parte l’attore ha appoggiato totalmente il progetto, tanto che oltre ad essere il protagonista è anche uno dei produttori esecutivi della serie, nominata nel 2018 all’Emmy come miglior miniserie. A lui la nomination come miglior attore protagonista.
Alcune frasi restano impresse particolarmente, e ve le voglio sottolineare, perché penso siano utili per capire la profondità e l’essenza di questo prodotto televisivo e di questa storia.
“La vita è semplicemente la storia delle cose a cui prestiamo attenzione”, che denota l’egoismo dilagante del personaggio e dell’antieroe;
“O pendi il meglio o non prendi niente” dicono il padre di Patrick e gli aristocratici di cui si circonda;
“Trovo i resti di mio padre in me stesso”. C’è forse altro da aggiungere?