Mondadori porta in libreria Claudio Magris con il libro Croce del sud. Tra vite vere e improbabili. Un libro che mette in scena la realtà.
Claudio Magris ha scritto un libro che sembra confermare quanto gli aveva detto, anni fa, Daniele Del Giudice, al quale, anche per questo, ha ripetutamente dichiarato la sua gratitudine: «Le tue figure mitteleuropee diventano, quando le racconti, personaggi da romanzo sudamericano…».
T-SHIRT, FELPE, TAZZE E SHOPPER A TEMA LETTERARIO: SCOPRI IL NOSTRO SHOP
Claudio Magris – Croce del sud
Sin dal suo primo racconto, Illazioni su una sciabola, Claudio Magris è affascinato dalla sconcertante creatività della realtà, spesso più fantastica e imprevedibile della finzione. Fedele a questa poetica, nelle tre vite di Croce del Sud, più vere e improbabili che mai, l’autore si mette sulle tracce di tre destini nei quali la bizzarria, l’avventura, la generosità si spingono oltre i limiti del credibile.
Tre storie che si svolgono nel “mondo alla fine del mondo” – direbbe Sepúlveda – tra Patagonia e Araucania, in paesaggi di affascinante e inquietante bellezza, ma anche di devastanti barbarie che i tre stravaganti personaggi sfidano ognuno a suo modo, senza schemi ideologici, difendendo quelle terre divenute loro patria e le genti vinte e perseguitate che le abitano.
L’antropologo e linguista Janez Benigar, avventuriero, gaucho e uomo di famiglia, divenuto araucano e patagone senza mai dimenticare la sua patria slovena, geniale e balzano studioso di lingue e civiltà perdute e architetto di comunità utopiche. Il folle avvocato francese Orélie-Antoine de Tounens che si proclama re di Araucania, un regno che non c’è, in un melodrammatico vaudeville che diventa grottesca, tragica e nobile battaglia per la libertà.
La monferrina Suor Angela Vallese, che con femminile coraggio, concretezza e spirito d’avventura dedica la sua intera esistenza agli indigeni sfruttati e massacrati della Terra del Fuoco. Quest’ultima storia si spalanca su un paesaggio inumano, gelo antartico, tempeste di venti solari e vuoto: abisso cosmico che risucchia nel nulla.
L’autore
Claudio Magris (Trieste, 1939) ha insegnato Lingua e Letteratura tedesca presso le università di Trieste e di Torino. Dal 1967 collabora con il “Corriere della Sera”. Ha ricevuto diverse lauree honoris causa e numerosi premi, tra i quali: Premio Strega 1997; Praemium Erasmianum 2001; Premio Principe de Asturias 2004; Österreichischer Staatspreis für Europäische Literatur 2005; Friedenspreis des Deutschen Buchhandels 2009; Premio FIL de Literatura en Lenguas Romances 2014, Kafka-Prize 2016; Prix Meilleurs Livres de L’Année de la Revue LIRE 2017; European Citizen’s Prize 2018; Thomas Mann Prize 2019.
Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963); Danubio (1986); Microcosmi (1997); La mostra (2001); Alla cieca (2005); L’infinito viaggiare (2005); Lei dunque capirà (2006); Opere. Volume I, a cura e con un saggio di E. Pellegrini e uno scritto di M. Fancelli (2012); Non luogo a procedere (2015); Istantanee (2016); Tempo curvo a Krems (2019); Polene (2019).