In questi giorni la Birmania (Myanmar) è sulle prime pagine di tutti i giornali per il colpo di Stato ad opera dell’esercito. Deposto quindi il governo democratico che si era insediato dopo le elezioni.
In Birmania quindi, dopo dieci anni di fragile democrazia, i militari hanno arrestato Aung San Suu Kyi. Con lei colleghi della Lega nazionale per la democrazia, attivisti, scrittori e imposto un governo militare.
Vogliamo proporvi qui di seguito i libri (add editore) di due autori per approfondire la storia di questo paese complesso e capire meglio cosa sta succedendo.
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Thant Myint-U – L’altra storia della Birmania
Indicata tra i luoghi più attrattivi del mondo nel 2013, a ridosso della liberazione di Aung San Suu Kyi, nel giro di pochi anni la Birmania è tornata a essere uno dei Paesi da evitare. Emersa da lunghi e oscuri decenni di dittatura, i progressi verso una democrazia sembravano inevitabili. Ma le speranze di un cambiamento hanno presto vacillato con il persistere della guerra civile e la crisi umanitaria provocata dalla persecuzione del popolo rohingya. Cos’è successo?
Thant Myint-U, con il suo tipico stile narrativo, racconta gli ultimi quindici anni di storia birmana ed elabora una diagnosi complessa di un Paese a un punto di rottura, esaminandone il sistema economico predatorio, le disuguaglianze in rapido aumento, la disintegrazione delle istituzioni statali, l’impatto dei social media, l’incombere della Cina, le conseguenze del cambiamento climatico e le violenze legate a razza, religione e identità nazionale.
Su questo sfondo chiarisce come Aung San Suu Kyi sia stata erroneamente venerata come attivista per la democrazia e icona dei diritti umani, quando sarebbe stata meglio compresa se il mondo avesse riconosciuto in lei una nazionalista birmana.
Thant Myint-U – Myanmar. Dove la Cina incontra l’India
«Per millenni India e Cina sono state separate da una giungla impenetrabile, da una malaria letale e da spaventosi animali, senza contare l’Himalaya e gli sconfinati deserti dell’altopiano del Tibet. Cina e India si sono dunque sviluppate come due civiltà del tutto distinte, notevolmente diverse per etnie, lingua e costumi. Per raggiungere l’India dalla Cina e viceversa, monaci, missionari, mercanti e diplomatici dovevano viaggiare a dorso di cammello o di cavallo per migliaia di chilometri, attraverso le città-oasi e i deserti dell’Asia centrale e dell’Afghanistan, o sulle navi che solcavano il golfo del Bengala e poi risalivano fino al mar Cinese meridionale lungo lo stretto di Malacca. Gli attuali progetti potrebbero rivoluzionare l’intero quadro. Man mano che il potere economico mondiale si sposta a est, la geografia dell’Asia cambia.».
Myanmar. Dove la Cina incontra l’India è un diario di viaggio che accompagna in una delle più strategiche zone di confine del mondo, quel crocevia asiatico che si sviluppa «nel nord del Myanmar (ex Birmania), verso il sud-ovest della Cina e il nord-est dell’India, […] regioni di una bellezza stupefacente lungo le alture ai piedi dell’Himalaya orientale, dove a pochi passi di distanza convivono smaglianti centri commerciali e tribù montane a malapena sfiorate dalla modernità, e dove s’incontrano la più grande democrazia e il più grande Stato comunista del mondo. Questa è la via secondaria per l’Asia. Si parte da Yangon».
Thant Myint-U propone una brillante narrazione caratterizzata dall’equilibrio tra esplorazione e passaggi storici, in modo da ancorare la storia dell’Asia a quella occidentale.Questo rende il libro appassionante e utile sia per il grande pubblico sia per lo specialista della regione, fornendo contesto, dettagli e aneddoti per capire le dinamiche geopolitiche di una delle aree più rilevanti e influenti per la contemporaneità e per il nostro futuro.
Emma Larkin – Sulle tracce di George Orwell in Birmania
In Birmania gira una battuta popolare, secondo cui Orwell non scrisse soltanto un romanzo sul Paese, Giorni birmani, ma un’intera trilogia, completata da La fattoria degli animali e 1984.
La connessione della Birmania (oggi chiamata Myanmar) con George Orwell non è metaforica, ma profonda e reale: sua madre era nata in Birmania al culmine del raj britannico e la nonna viveva ancora lì quando lui decise di arruolarsi.
Alla scomparsa di Orwell, il romanzo in stesura trovato sulla sua scrivania era ambientato in Birmania.
In un intrepido diario di viaggio dal taglio politico e biografico, Emma Larkin guida il lettore alla scoperta dei luoghi dove Orwell ha vissuto e lavorato come agente della Polizia imperiale britannica, vivendo esperienze che condizionarono profondamente la sua visione del mondo.
Attraversando Mandalay e Yangon, le isolate aree meridionali del Delta dell’Irrawaddy e le montagne del nord dove gli inglesi andavano in villeggiatura per sfuggire al caldo delle pianure, l’autrice ritrae una Birmania appassionante e struggente. Prima colonizzata e in seguito governata da una giunta militare isolazionista e brutale, la nazione ha visto la propria storia e identità cancellate a più riprese da metodi di governo orwelliani, che hanno soppresso libertà d’espressione e pensiero.
Ispirata dalla chiarezza morale e dal rifiuto dell’ingiustizia di Orwell, l’autrice incontra persone che hanno trovato un modo di resistere agli effetti annientatori di uno dei più crudeli Stati di polizia, restituendo loro dignità. Questo libro è una chiave per riscoprire Orwell, appassionarsi alla Birmania e trovare gli strumenti per capire il travagliato e contraddittorio processo di democratizzazione in corso.