Penso dunque suono

Penso dunque suono. Un piccolo saggio sul carattere musicale delle emozioni

Perché ci rilassiamo ascoltando il rumore del fon? Perché i bambini si addormentano, se i genitori li portano a fare un giro in auto? Perché alcune musiche ci sembrano allegre ed altre tristi? Perché diamo un nome alle note? Perché si studia il solfeggio? Perché un brano non può che finire con la cadenza perfetta?

A queste e ad altre domande risponde Luigi di Nuzzo in Penso dunque suono. Un piccolo saggio sul carattere musicale delle emozioni, pubblicato da Lindau.

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Penso dunque suono – Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i suoni

Questa non è una croma, verrebbe da dire osservando la copertina del libro, ripensando alla celebre pipa di René Magritte nella sua opera Il tradimento delle immagini.

«Nulla di ciò che ascoltiamo, vediamo o annusiamo esiste indipendentemente dai nostri sensi; non abbiamo mai percepito nulla che potesse davvero definirsi altro da noi».  Mettiamoci dunque il cuore in pace: l’esperienza della realtà oggettiva è impossibile per gli esseri viventi, a meno che non compromettiamo l’integrità e la sopravvivenza stessa dell’organismo.

Ce lo spiega in termini chiarissimi Luigi di Nuzzo, medico psichiatra, autore di pubblicazioni scientifiche e testi universitari, docente di Fisiopatologia del sistema nervoso centrale presso l’Università La Sapienza di Roma.

Fin da bambino, l’autore sognava di diventare direttore d’orchestra. Dopo aver abbandonato il Conservatorio per dedicarsi alla laurea in Medicina, scopre comunque che in fondo si sarebbe occupato della stessa materia: in un gesto da direttore d’orchestra c’è tanto cervello e nella neurofisiologia c’è tanta musica. Pensiero, suono e movimento possono essere analizzati da più punti di vista, nello specifico da tre discipline: neurofisiologia, matematica e armonia. Come scrive appunto di Nuzzo fin dalle prime pagine del libro, parlare di musica e sistema nervoso significa parlare della stessa cosa: «siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i suoni».

La stesura di questo libro è un tentativo di fare ordine tre le domande che sorgono circa la relazione tra suono ed emozioni, tre essere umano e suoni complessi.  La scrittura, in questo caso, serve anche ad esplicitare la correlazione tra intenzione – gesto – esecuzione, con qualche critica alla celebre teoria dei neuroni specchio. Tra i brevi capitoli, si parla di teoria cognitiva del movimento e di schizofrenia, ma anche di delirio amoroso! Scoprirete che il sistema nervoso elabora un modello di realtà sulla base di come crede che funzioni il mondo esterno ma anche che l’essere umano riconosce qualcosa di sé nella musica e che la utilizza per rappresentare le proprie sensazioni.

Il carattere musicale delle emozioni

Luigi di Nuzzo si addentra spesso in spiegazioni scientifiche che possono sembrare distanti da ciò che un lettore può immaginare come prettamente “musicale”, soprattutto nella prima parte del libro. In realtà, se si segue il tragitto suggerito (e più volte ribadito) dall’autore, si approda proprio a una migliore e più profonda comprensione dei meccanismi che regolano la musica e le emozioni che essa può suscitare in noi. Divertenti e significative le esperienze personali che Luigi di Nuzzo di tanto in tanto inserisce fra le pagine, dalla cena al ristorante con un suo professore ai ricordi di quando era ragazzo e voleva andare ai concerti di musica classica anziché in discoteca. Nella seconda parte del libro, l’autore porta esempi concreti partendo dall’analisi di brani di Beethoven, Mozart, Rossini, Verdi. Ci spiega, ad esempio, che probabilmente le regole dell’armonia musicale entrano a far parte del sistema nervoso prima di quelle linguistiche. Troverete senza dubbio interessante la spiegazione di tempo, ritmo, basso fondamentale, pedale di risonanza del pianoforte, accordo maggiore e minore, armonici eccetera; come i musicisti sanno, più un suono è ricco di armoniche, più ci piace. Non mancano curiosità come lo strano caso del pianista con crisi epilettica o la domanda a cosa serve il direttore d’orchestra?

Penso dunque suono è un libro divulgativo che richiede una certa partecipazione da parte del lettore: dovete essere persone curiose. Se lo siete, lo apprezzerete moltissimo e ne uscirete con alcune risposte e una comprensione diversa circa la percezione della musica. D’altra parte, «la nota musicale esiste nella testa di chi ascolta, fuori di lì ci sono soltanto i moti armonici delle molecole d’aria. E siamo noi che su quei moti costruiamo una narrazione, che raccontiamo a noi stessi di stare ascoltando musica».

Autore
Luigi Di Nuzzo
Casa editrice
Lindau
Anno
2021
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
159
ISBN
9788833535746
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Posted by Marta Lilliù

Sono nata ad Ancona nel 1985 e sono cresciuta ad Osimo. Sono laureata in Lettere (Università degli Studi di Macerata) con una tesi in Storia Moderna sulle Suppliche del XVIII sec. dell’Archivio Storico di Osimo. Sono diplomata in Pianoforte e in Clavicembalo (Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro).
Dal 2012 abito e lavoro in Liguria, dove ho approfondito l’ambito della didattica musicale (abilitandomi all’insegnamento del Pianoforte presso il Conservatorio “N.Paganini” di Genova) e della didattica speciale, cioè rivolta al Sostegno didattico ad alunni con disabilità (Università degli Studi di Genova). Ho vissuto a Chiavari e Genova. Attualmente vivo a Sestri Levante, dove annualmente si svolgono il Riviera International Film Festival e il Festival Andersen.
Sono docente di Pianoforte a tempo indeterminato a Levanto, Monterosso e Deiva Marina.
Abbandono talvolta la Liguria per muovermi tra le Marche e Londra, città in cui ricopro ufficialmente il ruolo di...zia!