Si intitola Il PCI e l’eredità di Turati, ed è un volume di Paolo Franchi portato in libreria nei mesi scorsi da La Nave di Teseo. Il libro esce nella collana Le Onde.
Il 21 gennaio di cento anni fa, al congresso di Livorno, nasceva il PCI, con l’obiettivo di liquidare i riformisti per “fare come la Russia”. Paolo Franchi presenta un’indagine attenta, che riserva parecchie sorprese, spiega quanto abbia invece contato nella storia dei comunisti italiani, da Togliatti a Berlinguer, l’eredità di Filippo Turati.
SCOPRI IL NOSTRO SHOP ONLINE CON TANTI PRODOTTI A TEMA LETTERARIO
Paolo Franchi – Il PCI e l’eredità di Turati
Al congresso socialista di Livorno del 1921 il patriarca del riformismo italiano Filippo Turati partecipa nelle vesti dell’imputato principale. Quando la maggioranza dei delegati si rifiuta di espellerlo dal PSI assieme ai suoi compagni, come pretende la neonata Terza Internazionale, i delegati comunisti abbandonano i lavori per dare vita al loro partito.
Durante quel congresso Turati, nel suo memorabile discorso, non si limita a difendere la sua concezione del socialismo ma, rivolto ai seguaci di Lenin, si concede una profezia: “Quando avrete fatto il partito comunista… se vorrete fare qualcosa che sia rivoluzionaria davvero, che rimanga come elemento di civiltà nuova, voi sarete forzati a vostro dispetto, ma dopo ci verrete, perché siete onesti, con convinzione, a percorrere concretamente la nostra via, a percorrere la via dei socialtraditori.”
A un secolo di distanza da quegli eventi Paolo Franchi, con l’accuratezza dello storico e il piglio del giornalista, parte da questa “profezia da Barbanera”, come la definisce lo stesso Turati, per ricostruire se, quanto e come essa si sia avverata. Dal Togliatti della svolta di Salerno e del “partito nuovo” al Berlinguer del compromesso storico, fino alle conseguenze del pensiero turatiano sulla sinistra postcomunista, Franchi giunge a conclusioni inattese e fondamentali per comprendere la traiettoria e il presente della sinistra italiana.
L’autore
Paolo Franchi ha cominciato la sua attività di giornalista a “Rinascita” nel 1976. Ha poi lavorato a “Paese Sera”, a “Panorama” e, dal 1986, al “Corriere della Sera”, dove è stato inviato, notista politico, capo della redazione romana ed editorialista.
Tra il 2006 e il 2008 ha diretto il quotidiano “Il Riformista”.
È stato condirettore del mensile “Le ragioni del socialismo”. Con Emanuele Macaluso ha scritto Da cosa non nasce cosa, con Marco Follini Intervista sui moderati. Con Maria Vittoria Tomassi ha curato Pietro Nenni: Socialista, libertario, giacobino. Diari 1973-1979. Tra i suoi lavori recenti: La traversata. Giorgio Napolitano da Botteghe Oscure al Quirinale e Il tramonto dell’avvenire. Breve ma veridica storia della sinistra italiana.