Ideata da Susannah Grant ed uscita nel 2019, Unbelievable è una miniserie tv in onda su Netflix. Dopo una stagione ha concluso la sua produzione, avendo comunque un buon successo di pubblico e critica.
Una storia vera che è stata poi trasformata in un avvincente prodotto televisivo. Unbelievable ha tutte le caratteristiche per essere considerata una bellissima serie, godibile, tecnicamente ben fatta e ricca di colpi di scena.
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La trama
Unbelievable è in realtà tratta da una storia vera, che qualche tempo fa è stata raccontata nei minimi particolari nell’articolo vincitore del Premio Pulitzer An Unbelievable Story of Rape.
La storia raccontata è quella di Marie Adler, ragazza diciottenne con una serie di problemi psicologici alle spalle, che a Lynwood, nello Stato di Washington, denuncia alla polizia di essere stata stuprata da un uomo nel corso della notte. L’aggressore l’ha bendata, le ha legato le mani e si è poi allontanato indisturbato.
La polizia però non crede alla ragazza, considera tutto una menzogna e la denuncia a sua volta per falsa testimonianza. Ma nel frattempo in altre città degli USA, due detective (interpretate da Toni Collette e Merritt Wever) stanno seguendo il caso di una serie di stupri collegati tra loro: le vittime sono donne sole che sono state aggredite di notte come Marie.
Questo evento, nella realtà, ha portato la polizia americana ha cambiare metodi e tecniche di indagine nei casi di violenza sessuale.
Unbelievable – La recensione
Unbelievable ha diversi piani di interpretazione, che si mescolano alla perfezione nella mente e nell’animo dello spettatore.
Da una parte c’è il caso degli stupri seriali, e l’indagine parallela che ne scaturisce. I passaggi sono descritti alla perfezione, prima singolarmente e poi quando le forze si uniscono. Così siamo al fianco delle detective per cercare prove, scovare il colpevole, brancolare nel buio e guardare al passato con rimorso. Prendiamo parte insomma, e questo per una serie è già un successo, perché chi guarda viene coinvolto sentimentalmente.
Poi c’è la storia di Marie, che viene ritenuta “incredibile”, troppo assurda e quindi non vera. Anche qui prendiamo le parti della ragazza, la spingiamo a dire la verità, a ribellarsi. La seguiamo quando cade nel baratro e anche quando finalmente riesce a rialzarsi.
Unbelievable è, quindi, una serie fondamentalmente poliziesca ma che guarda moltissimo al lato umano della vicenda, e che scava più il punto di vista delle vittime che non quello del carnefice. Certo seguiamo nei dettagli (bellissimi) l’intera indagine, ma anche in questo caso viene lasciato ampio spazio a ciò che provano le poliziotte, alla loro vita familiare, a come il lavoro e la rabbia incidano nella quotidianità.
Poi si lascia spazio alle vittime, ai loro pensieri, alla loro voglia di riscatto, alle lacrime e al senso di perdita. Si dà voce a chi ha subito un trauma, a chi non viene creduto, a chi viene lasciato solo tra le pieghe della legge e della burocrazia.
Ma questa è anche una bella storia di donne, che lottano, soffrono, vivono e si ribellano, anche dopo anni. Una storia che urla dall’inizio alla fine, e che ci mostra la realtà in tutta la sua durezza.