In occasione della 59esima edizione del MOF 2023 torna a far emozionare sul palco dello Sferisterio la Traviata di Verdi con l’allestimento degli specchi ideato dal maestro scenografo Josef Svoboda nel 1992. Dieci, sono le volte che questa opera viene riproposta nell’arena maceratese.
Il ritorno della Traviata degli specchi
Il ritorno della tanto famosa Traviata degli specchi sotto la regia dell’instancabile Henning Brockhaus continua a emozionare senza mai annoiare. Il cast di questa rappresentazione coinvolge il soprano georgiano Nino Machaidze nel personaggio di Violetta, il tenore Anthony Ciaramitaro come Alfredo e il baritono Roberto de Candia come Giorgio Germont, il quale per la giornata del 23 luglio viene sostituito dall’ineccepibile perfomance di Claudio Sgura, che dalla panchina si trova pronto, offrendo una prova di talento straordinario.
E ancora Mariangela Marini (Flora Bervoix), Silvia Giannetti (Annina), Carmine Riccio (Gastone), Alberto Petricca (Il barone Douphol), Stefano Marchisio (Il marchese d’Obigny), Gaetano Triscari (Il dottor Grenvil), Alessandro Pucci (Giuseppe), Gianni Paci (Un domestico di Flora), Gianluca Ercoli (Un commissionario). Le musiche della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana guidata da Domenico Longo ammaliano, il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” diretto da Martino Faggiani, incanta. I costumi pittoreschi sono di Giancarlo Colis, le coreografie di Valentina Escobar e alle luci insieme a Henning Brockhaus c’è Fabrizio Gobbi. Uno specchio lungo 24 metri restituisce quell’atmosfera unica fatta di colori, tappeti striscianti, riflessi, giochi di luci, percezioni.
Una Traviata magica
Lo specchio dona una Traviata magica. Il dispositivo riflettente (e che fa riflettere) tanto usato nel corso della storia dell’arte, da Velasquez a Pistoletto, ritorna a spalancare immaginari. Il melodramma in tre atti verdiano, dal libretto di Francesco Maria Piave grazie all’architettura scenica specchiate porta il pubblico fin dentro l’opera stessa, ritrovandosi riflesso nel gioco modulare degli specchi con l’invito a essere fuori e dentro l’opera contemporaneamente.
Foto: Marilena Imbrescia