Che cosa ricordano gli altri di noi? Attorno a questa domanda ruota tutto il nuovo libro di Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani, pubblicato da Feltrinelli nel 2023.
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Si parla di memoria in questo libro, ma non di memoria intesa come semplice passato. Si parla di memoria come turbamento, come sentimento che mette scompiglio più che ordine. Romanzo senza umani è un contenitore per chi ricorda tutto o troppo, per chi, al contrario, ricorda meno.
Paolo Di Paolo racconta l’umanità attraverso i suoi ricordi, o attraverso ciò che crediamo di ricordare di noi stessi e degli altri. Ma ci porta anche lungo il sentiero del dubbio su come gli altri cedono e ricordano noi.
La trama
Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati.
Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza.
Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire.
Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto.
Romanzo senza umani, di Paolo Di Paolo – La recensione
Non fatevi ingannare dal titolo, perché in questo suo Romanzo senza umani, Paolo Di Paolo parla invece moltissimo di umanità, di uomini e donne e delle loro storie. Parla soprattutto del loro passato e di ciò che ricordano, o credono di ricordare.
In una storia che ci porta avanti e indietro nel tempo, a scrutare vecchie ere glaciali che hanno bloccato intere regioni d’Europa, il protagonista è la punta dell’iceberg di un’umanità che resta bloccata e congelata tra visioni e versioni differenti e sconnesse del passato. Perché la memoria non ha padroni, i ricordi cambiano proprio come cambia il clima o le stagioni.
E se è vero che dobbiamo catturare l’attimo mentre passa, è anche vero che bisogna riconoscerlo, e che non è mai facile leggere la vita mentre accade. Allora, magari a distanza di tempo, scrutiamo gli anni passati per cercare una risposta a quella domanda che ci assilla: “Cosa ricordano gli altri di noi? Come sarò ricordato e come mi stanno ricordando gli altri in questo momento?”
Romanzo senza umani è come un lungo esercizio per sciogliere i nodi delle nostre vite, per comprendere ciò che è stato nebuloso, tirare fuori dal ghiaccio ciò che si è bloccato. Nella ricerca di una memoria spesso condivisa, alcuni troveranno risposte, altri avranno nostalgia del niente. Rabbia, tenerezza, mugugni e malesseri, intimità. C’è dentro tanto in questo romanzo.
C’è il moltiplicarsi del passato, di tutte quelle vite che non diventano Storia con la S maiuscola, ma che restano “private”. Tra memoria e possibilità, forse esiste davvero solo il presente. Che tra un attimo, però, sarà passato.
#GuadagnoCommissioni
Paolo Di Paolo
Casa editrice
Feltrinelli
Anno
2023
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
224
ISBN
9788807035555