Invernale

Invernale – Dario Voltolini

Dell’ultimo romanzo di Dario Voltolini, Invernale (La Nave di Teseo), Tiziano Scarpa ha scritto: «Leggendo Dario Voltolini si è portati a pensare di poter fare a meno del mondo: bastano le sue parole, le sue descrizioni scintillanti, capaci di afferrare le cose e suscitarle come nessun altro».

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Ed è proprio vero, perché Invernale è un libro che spiazza, che turba, che solca il terreno del non detto e apre voragini attorno al dolore, alla memoria, alla perdita. Anche per tutto questo è tra i cinque libri finalisti al Premio Strega 2024.

La trama

Il padre spacca gli animali, entra nelle loro viscere, separa i muscoli dalle membrane, estirpa gli organi e le ossa. Il padre vende pezzi di animali. Il padre si immerge nella voragine biologica e ne tira fuori bistecche. I tagli di carne sono il suo mestiere e la sua arte. Il padre è un macellaio. Il padre ha il compito di inoltrarsi nella carne morta e di uscirne porgendola ai vivi, perché la vita continui la sua catena vorace.

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Invernale

È un traghettatore fra le due sponde della carne, fra la viande e la chair, fra meat e flesh. Al banco di vendita del mercato serve i pavidi che non affrontano i corpi che mangiano, non ne vogliono sapere, delegano il lavoro sporco ai macellai. Un giorno qualcosa va storto nella coreografia perfetta delle lame e un taglio sghembo quasi gli mozza un pollice.

È l’inizio di un’altra discesa nella carne, questa volta la sua. Al lavoro, un batterio lo ha contaminato. Comincia con un’infezione, prosegue con la spossatezza, una diagnosi ferale, i protocolli sanitari, i viaggi in clinica all’estero. Il figlio Dario, ventenne, immerge lo sguardo nella carne del padre che si deteriora, e nella malinconia del congedo.

Un’intimità fortissima li avvolge, come succede quasi solo nel rapporto tra figlie e madri. Entriamo nello sguardo del figlio, prensile ed esatto, che vede accasciarsi il padre. La precisione è la forma che assumono la sua devozione e la sua sofferenza.

Invernale, di Dario Voltolini – La recensione

Quello della perdita, della malattia e della memoria è il più lungo e misterioso dei viaggi. Per descriverlo ci vuole coraggio, ci vuole fegato, e poi ci vuole bravura. Quella che da sempre contraddistingue Dario Voltolini, che però con Invernale fa un salto in avanti, regalandoci un libro che “sbalordisce”, come ha detto Sandro Veronesi.

Voltolini ormai da tempo ha trovato la sua cifra stilistica e il suo terreno preferito sul quale soffermarsi: è quello delle circostanze umane, dell’emotivo, del personale. In questa storia tutto ciò si lega con l’ambito familiare, con il rapporto padre-figlio, con la vita vissuta “dentro le mura di casa”.

Invernale è un libro con due facce, opposte ma speculari, che si fuggono, si avvicinano, poi si toccano, poi si mescolano. Da un lato c’è la brutalità, c’è il sangue, il ritorno al primordiale attraverso la carne. “L’animale” è il centro di tutto: il lavoro del padre ma anche la sua condanna. Così lo sguardo si sposta letteralmente dentro al copro dell’uomo, lungo le ferite che la malattia sta scavando nel fisico e nella mente. Viviamo questo percorso come una battaglia fatta di scontri, di pause, di armistizi, di sconfitte.

Dall’altro lato poi c’è la delicatezza di Voltolini, la leggerezza della sua scrittura, del suo sguardo mai troppo ingombrante sugli eventi, e sempre spostato più verso i sentimenti, verso le sensazioni, le paure, le ombre dell’immaginazione e i lasciti della realtà.

Invernale è un libro fisico, duro e freddo proprio come la stagione a cui rimanda il titolo. Ma in mezzo a questa fisicità l’autore delinea una strada che noi lettori seguiamo appassionati, frastornati. È la strada della vita che procede, fregandosene di tutto e tutti. Ma è anche la strada della sacralità degli atti, delle emozioni e degli eventi che, bene o male, ci caratterizzano e ci distinguono, ci plasmano.

È un processo lento quello del dolore. Lento è il suo attraversamento; lento è il compromesso che dobbiamo trovare, tutti prima o poi, con esso. Ma raccontarlo, il dolore, è sempre utile, positivo, direi quasi necessario. Raccontando scoprirete che pian piano la superficie si allarga, si assottiglia. E svanisce quel velo invisibile sotto cui era nascosta l’autenticità.

#Commissioniguadagnate

copertina
Autore
Dario Voltolini
Casa editrice
La nave di Teseo
Anno
2024
Genere
Narrativa
Formato
Rilegato
Pagine
144
ISBN
9788834617182
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.